Coronavirus: gli artisti raccontano la quarantena attraverso le loro opere

25 Aprile 2020 Off Di Flavia Nicolosi
Coronavirus: gli artisti raccontano la quarantena attraverso le loro opere

Nonostante questo periodo di isolamento imposto per causa di forza maggiore, al fine di bloccare i contagi e l’avanzata del Coronavirus, l’arte non conosce pause e continua a dare il suo contributo al mondo.

Infatti, diversi artisti di tutto il mondo hanno colto questa occasione per raccontare, attraverso le loro opere, come stanno vivendo il loro lockdown.

Partendo dal famosissimo Banksy.

L’autore regala ai suoi ammiratori una nuova perla, facendoli entrare direttamente in casa sua. A causa dello stato di isolamento forzato, infatti, il geniale street artist inglese ha firmato la sua ultima opera direttamente nel bagno della sua abitazione.

Banksy ha pubblicato gli scatti dell’opera direttamente dal suo account Instagram, scrivendo: “Mia moglie odia quando lavoro a casa”.

La foto che rappresenta l’opera è un bagno devastato da una dozzina di roditori che si divertono indisturbati.

Alcuni topini corrono su rotoli di carta igienica, altri lanciano su tubetti di dentifricio aperti ed altri ancora versano il sapone dai dispenser.

Ci sono anche ratti che si dondolano sulle cordicelle della luce, quelli che cercano di rimuovere uno specchio, dove vengono riflesse le barre che servono per conteggiare i giorni che scorrono col rossetto della moglie, nonché un roditore che «si serve della toilette», sporcando tutto.

bansky

Antony Gormley, altro rinomato artista di calibro mondiale, ha creato una scultura di argilla raffigurante una figura solitaria che poggia la testa tra le braccia strettamente avvolte, stringendo ginocchia e spalle piegate.

L’opera mostra perfettamente come l’uomo possa vivere momenti di sconforto e chiudersi in sé, avvolgendosi in un abbraccio solitario.
All’inizio di questo mese, molti personaggi del mondo dell’arte hanno creato una nuova serie di diari di artisti online, ospitati sull’account Instagram della galleria White Cube.

“Gli artisti sono abituati a lunghi periodi di tempo trascorsi lavorando da soli, e penso che consentire al vasto pubblico di intravedere il loro mondo possa essere piuttosto edificante”, ha affermato la direttrice artistica della galleria Susan May.