Cinema e Serie Tv

Bojack Horseman è uno di noi: lo show di Netflix racconta l’esistenzialismo

La sitcom media è costruita senza una trama essenziale in modo da poter saltare in qualsiasi episodio; ma BoJack è diverso.

È una montagna russa emotiva, una vita vissuta a pieno. In effetti, la narrazione di BoJack è un dramma oscuro, abbastanza avvincente e strabiliante da tenerti incollato davanti lo schermo anche quando avevi programmato di fermarti per la notte.

Di solito, quando parliamo di personaggi nelle sitcom, stiamo parlando di umani. Ma in BoJack, gli animali sono antropomorfi, quindi le persone sono umani. Tuttavia, sono anche gatti persiani, Labrador, balene blu e ovviamente cavalli, come il protagonista.

Si comportano nella società come tutti gli altri, ognuno aggiungendo un tocco di umorismo nei modi in cui impiegano le loro caratteristiche peculiari.

BoJack Horseman è uno di noi, dopo tutto. Certo, è un cavallo.

Ma nel suo essere, è uno di noi: una persona errante, di talento, autodistruttiva, bella, divertente e incasinata che si trascina nella tristezza inspiegabile della vita con una semplice speranza: essere felici e buoni, amare ed essere amati.

Si autodistrugge attraverso la droga e l’alcool, il distacco emotivo e il comportamento avventato.

Attraverso la sua storia, la serie affronta abilmente argomenti difficili come l’abuso di minori, l’alcolismo, il suicidio e il razzismo.

Per quanto complessi siano BoJack e la compagnia come il mondo dei cartoni animati senza regole di Bob-Waksberg, se riducessimo la serie a una linea retta, sarebbe esistenzialismo.

Alla fine, è uno spettacolo sulla strana difficoltà e bellezza dell’essere.

Si tratta di avere consapevolezza di sé abbastanza da ridere di noi stessi. Si tratta di cercare di trovare pace nel fatto che siamo qui e non sappiamo perché. Si tratta di scoprire come trovare la pace in un mondo selvaggio sia un processo disordinato, doloroso e lungo tutto l’arco della vita avvolto nella paura, nel dubbio, nella depressione, nelle decisioni sconsiderate, nel disprezzo di sé e simili.

E guardare BoJack Horseman è come sprofondare per 21 ore nella felicità di questi dubbi interiori.

Flavia Nicolosi

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