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“Parlare con sé stessi”: Tutti abbiamo monologhi interiori? E perchè?

Alcune persone non parlano da sole. Stanno meglio?

Dicono che non hanno un monologo interiore che li aiuta a decidere cosa fare.

In un blog una settimana fa a proposito di “monologhi interni” hanno lanciato una bomba: non tutti ne hanno uno.

Mentre il blog ha scatenato il dibattito tra chi ha e non ha, gli esperti concordano sul fatto che tutti hanno una sorta di monologo interno.

“Tutti abbiamo, infatti, ciò che chiamiamo colloquialmente una voce interiore”, ha detto oggi Ethan Kross, direttore del Laboratorio di autocontrollo ed emozione dell’Università del Michigan.

“Se ti chiedessi di leggere un passaggio nella tua testa o di ripetere silenziosamente il numero di telefono quando stai cercando di memorizzarlo o provare qualcosa che stai per dire a qualcun altro, stai attivando quella voce interiore”, ha aggiunto il direttore.

Questa è la funzione di base di una voce interiore: completare i compiti. Da piccoli, i bambini iniziano a sviluppare la propria voce ripetendo ad alta voce ciò che un genitore dice loro. È così che imparano a gestirsi da soli e ben presto si rendono conto che dovrebbe essere una conversazione tranquilla.

Per quelli che generalmente non parlano da soli, potrebbero semplicemente sperimentare la propria vita interiore in modo diverso.

“Probabilmente il monologo interno si presenta in gradi di astrattezza: alcune persone possono semplicemente usare la forma più astratta che non” suona “come il linguaggio. Altre persone potrebbero fare affidamento maggiormente sulle immagini visive “, ha detto Mark Scott, un assistente professore di linguistica all’Università del Qatar.

Una voce interiore può aiutare le persone a capire il mondo e ad impegnarsi in esso. Ma, a volte, quel monologo interiore diventa negativo o si fissa su un pensiero. Questa ossessione può essere un segno di qualcos’altro.

“Parte di quel ruminare che le persone possono fare è più un processo di ansia”, ha detto Gallagher. “Se scopri che stai analizzando troppo e stai attraversando scenari (questo può essere un problema).”

Le persone spesso si preoccupano che “sentire le voci” sia un segno di una grave malattia mentale. La cultura pop identifica queste voci con la schizofrenia.

Ma, per la maggior parte delle persone, ascoltare una voce, anche se credono che provenga dal divino, non è un segno che qualcosa non va.

Bisogna sapersi ascoltare, senza legarsi troppo al proprio circolo di pensieri.

Flavia Nicolosi

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