Tutti i soldi del mondo, la storia vera dietro il film del sequestro di J. Paul Getty III

15 Maggio 2020 Off Di Maria Rita Gagliardini
Tutti i soldi del mondo, la storia vera dietro il film del sequestro di J. Paul Getty III

La vera storia del sequestro di Paul Getty che ha ispirato il film “Tutti i soldi del mondo”.

Questa sera, in prima serata su Raiuno, andrà in onda il film di Ridley Scott “Tutti i soldi” del mondo”, uscito nelle sale cinematografiche il 4 gennaio 2018.

Interpretata da Mark WahlbergChristopher PlummerCharlie Plummer e Michelle Williams, la pellicola narra la vera storia del rapimento in Italia, nel 1973, del nipote del miliardario americano J. Paul Getty, un fatto di cronaca che face parlare i media di tutto il mondo, soprattutto per le modalità del rapimento. In particolare, fece molto discutere la reazione del nonno dell’americano, all’apparenza indifferente al rapimento del nipote.

Il film racconta in maniera abbastanza fedele tutte le vicissitudini legate al sequestro di J. Paul Getty III, nell’estate romana del 73. Padre di J.Paul era il miliardario americano J. Paul Getty, fondatore della Getty Oil e all’epoca l’uomo più ricco del mondo, grazie al petrolio. Il padre del ragazzo rapito era stato responsabile in Italia della divisione locale della compagnia petrolifera e il figlio aveva vissuto a Roma la sua infanzia. Quando i genitori divorziarono, Getty Jr. sposò l’attrice e modella Talitha Pol, vivendo per lo più in Inghilterra e in Marocco e adottando uno stile di vita hippy. Il figlio rimase in Italia con la madre Gal , che lo iscrisse alla St. George’s British International Film School, da cui venne espulso. La matrigna morì a Roma per un’overdose di eroina nel 1971 e il padre, accusato di possesso di droga, si era rifugiato in Gran Bretagna. Il giovane Paul rimase solo a Roma, adottando uno stile di vita bohemien, dormendo in appartamenti occupati, partecipando a manifestazioni e frequentando locali notturni. Essendo dotato di talento artistico, vendeva gioielli di sua creazione, quadri e fumetti, e spesso appariva come comparsa nei film girati a Cinecittà. Un mese dopo il suo rapimento, nell’agosto del 1973, apparve nudo sulla copertina di Playmen.

Il 10 luglio 1973, appena sedicenne, alle 3:00 di notte, J. Paul Getty III venne rapito a Piazza Farnese a Roma. Fu tenuto in prigionia in una grotta in Calabria e i rapitori chiesero un riscatto di 17 milioni di dollari. a famiglia sospettò inizialmente dell’autenticità della richiesta e quando i soldi vennero richiesti al potentissimo e ricchissimo nonno, lui rifiutò di darli. I rapitori mandarono una seconda lettera, che arrivò in ritardo ai genitori per uno sciopero delle poste italiane. Nel frattempo i brutali rapitori trattavano Paul sempre peggio, sottoponendolo a continue torture psicologiche. Nel novembre del 1973, alla redazione del quotidiano Il Messaggero arrivò una busta con un macabro contenuto: l’orecchio destro e una ciocca di capelli del giovane rapito e la promessa che, se la famiglia avesse continuano ad ignorare le loro richieste, Paul sarebbe stato restituito a pezzi. La ferita si infettò e il ragazzo contrasse anche una polmonite, curata con la pennicillina a cui era allergico. Per potersi riscaldare, venne inoltre costretto a bere notevoli quantità di alcool che provocarono gravi danni alla sua salute. Dopo i contatti con la famiglia, le richieste dei rapitori scesero a 3 milioni di dollari, di cui il nonno pagò 2 milioni e 200.000 dollari e prestò al padre il resto della somma con un interesse del 4%. Paul venne rilasciato ll’autostrada Salerno – Reggio Calabria, alla stazione di servizio di Lauria in Basilicata, il 15 dicembre 1973, giorno dell’ottantunesimo compleanno del nonno. Tre anni dopo il processo si concluse con alcune condanne non risolutive. I soldi del riscatto, mai ritrovati, sono finiti sicuramente nelle casse della n’drangheta. Quando Paul, su suggerimento della madre, chiamò il nonno per ringraziarlo, il miliardario si rifiutò di parlargli al telefono.

Maria Rita Gagliardi