Alan Turing, il padre dell’informatica morto come Biancaneve: la storia

7 Giugno 2020 Off Di Flavia Nicolosi
Alan Turing, il padre dell’informatica morto come Biancaneve: la storia

Era il 7 giugno del 1954, quando Alan Turing, illustre matematico e professore al King’s College, decise di togliersi la vita.

Il giorno successivo, fu la sua governante a ritrovare il corpo: durante il sopralluogo della polizia fu reperito in casa un recipiente contenente cianuro di potassio e un barattolo di marmellata pieno di sali di cianuro, che condussero gli inquirenti a ipotizzare un decesso per avvelenamento risalente alla notte precedente.

Stranamente non fu data molta importanza ad una mela, trovata accanto al letto, e più volte morsicata. Il frutto non venne analizzato e non fu così riscontrato il fatto, decisamente probabile, che la mela era stata intinta nel cianuro sì che mangiandola lo scienziato aveva incontrato la morte.

Decise di mettere fine alla sua esistenza in tono col proprio carattere eccentrico e prendendo spunto dalla fiaba di Biancaneve. Quella mela è all’origine del logo della Apple, tributo che Steve Jobs fece al grande studioso.

Alan Turing genio della matematica, fu un precursore dei computer e delle intelligenze artificiali, scrisse testi sulla morfogenesi, sulla teoria computazionale.

Il suo lavoro ha avuto notevole influenza sullo sviluppo dell’informatica, è considerato il padre della scienza informatica e dell’intelligenza artificiale.

Turing fu anche uno dei più brillanti crittoanalisti che agirono in Inghilterra, durante la seconda guerra mondiale, per decifrare i messaggi del nemico.

Durante la Seconda Guerra Mondiale Turing lavorò infatti a Bletchley Park, il principale centro di crittoanalisi del Regno Unito, ideò una serie di tecniche per violare i cifrari tedeschi, incluso il metodo della Bomba, una macchina elettromeccanica in grado di decodificare codici creati mediante la macchina Enigma. A titolo di ringraziamento per i servigi resi durante la guerra, venne decorato con L’Ordine dell’Impero Britannico, divenne membro della Royal Society, ma quando scoppiò lo scandalo sulla sua omosessualità venne processato per atti osceni e condannato alla castrazione chimica.

Proprio questo evento lo condusse ad una depressione da cui decise di uscire in modo fiabesco, mordendo la mela come Biancaneve, ma alquanto definitivo e doloroso.