Cultura

Perché diciamo ‘Ciao’? Le origini del nostro saluto più comune

Uno dei saluti italiani più conosciuti in tutto il mondo è il saluto informale noto come ‘Ciao’.

Lo usiamo sia tra amici che in famiglia, sia quando arriviamo o quando dobbiamo congedarci, ed anche se è una delle parole più comuni nella nostra lingua è entrata nel nostro vocabolario solo a partire dal 20° secolo.

Secondo La Gazzetta Italiana, “La parola ciao, infatti, deriva dalla parola dialettale veneziana s’ciàvo (schiavo o servo)”.

In origine, questo termine rappresentava il modo comune di un servitore di salutare e mostrare rispetto per il suo padrone. Con la pronuncia s’ciàvo, o più specificamente s’ciàvo vostro, intendeva “Io sono il tuo schiavo” o, in un significato meno degradante, Io sono il tuo servo.

Fu solo alla fine del XIX secolo che il saluto iniziò a diffondersi in tutto il nord Italia. Passò da s’ciavo a ciao, questo lo portò a perdere il suo umiliante sfondo.

Il primo utilizzo del “ciao” nella cultura popolare è da riscontrare nel romanzo italiano, intitolato “Eros”, pubblicato nel 1874 dallo scrittore siciliano Giovanni Verga. “Nel capitolo 20 del libro, emerge nella riga iniziale di una conversazione mentre una giovane donna saluta il protagonista principale, Alberto, con un ” Ciao! “ secondo La Gazzetta Italiana.

Durante la seconda guerra mondiale, ciao è stato usato nella canzone “Bella Ciao, ora conosciuta come un inno antifascista in tutto il mondo. È stato cantato tra i manifestanti anti-Brexit in Inghilterra ai manifestanti pro-catalani in Spagna.

Anche a livello internazionale, tale saluto è conosciuto, grazie ad Ernest Hemmingway che usò ciao nel suo libro del 1929, Addio alle armi, ambientato in Italia.

Altri suggeriscono che furono le ondate di immigrazione durante la prima e la seconda guerra mondiale che portarono Ciao a essere usato tra persone di lingua inglese e non inglese. Ma indipendentemente da come questo saluto italiano è diventato popolare nel mondo internazionale, turisti, gente del posto ed espatriati possono ritrovarsi a dire usando questo saluto amichevole tra i loro amici e familiari.

Flavia Nicolosi

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