Il 9 dicembre è uscito su Netflix un nuovo film intitolato “L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose”, diretto da Sydney Sibilia. La pellicola racconta per intero le vicende riguardanti l’Isola delle Rose, la piattaforma artificiale creata al largo di Rimini dall’ingegnere Giorgio Rosa.
La piattaforma divenne micronazione il 1 maggio 1968, ma la sua storia durò poco. Costruita a circa 12 km dalla città romagnola e a 500 metri dalle acque territoriali italiane, la piattaforma riuscì ad attrarre subito grande interesse e anche un certo numero di turisti, incuriositi da quel fenomeno.
L’Isola delle Rose, infatti, aveva tutto ciò di cui ha bisogno uno Stato, ovvero una propria valuta (il Mill), un proprio inno (L’Olandese Volante di Richard Wagner), una bandiera (tre rose rosse con gambo verde all’interno di uno scudo bianco su sfondo arancione) e anche una lingua ufficiale, l’esperanto.
Inoltre, nel corso delle settimane, sulla piattaforma erano cominciati a comparire bar e ristoranti che non facevano che aumentare l’afflusso di turisti. Era il 1968, e le rivoluzioni sociali spingevano verso un rovesciamento del passato, spesso anche in modo provocatorio.
Ma come detto, la piattaforma durò poco. Il governo italiano si mosse subito e venne presto emanato un ordine di demolizione. Il 25 giugno 1968 fecero irruzione sull’Isola delle Rose le forze dell’ordine, con relativo sequestro della piattaforma. Ne seguì una battaglia legale, ma nei primi mesi del 1969 l’Isola delle Rose venne definitivamente affondata e successivamente smantellata.
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