Cinema e Serie Tv

La legge di Linda Poët, quale è la vera storia della serie con Matilda De Angelis?

La legge di Linda Poët, è una nuova serie Netflix con Matilda De Angelis nei panni di un avvocatessa. Di cosa parla? È  una storia vera?

La legge di Linda Poët – di cosa parla?

Matilda De Angelis (Tutto può succedere, Veloce come il vento) interpreterà Linda Poët, nella nuova serie tv Netflix. In onda dal 15 febbraio e prodotta da Matteo Rovere, in 6 episodi racconterà la storia di Linda Poët, la prima avvocatessa donna.

Ambientata nella Torino di fine 1800, segue in chiave light procedural, le vicende di Linda, che affiancata dal giornalista e cognato Jacopo Barberis (Eduardo Scarpetta) riuscirà a scoprire le verità nascoste degli indagati a cui assiste e a far luce oltre apparenze e pregiudizi.

La donna, che inizialmente lavora in uno studio legale con suo fratello Enrico, si ritroverà pero a combattere la sua battaglia più grande: fare ricorso alla Corte d’Appello che le ha rifiutato la richiesta di iscrizione all’Albo perché donna.

Nel cast anche: Pier Luigi Pasino (Enrico Poet) Sara Lazzaro (Teresa Barberis, moglie di Enrico) e Sinéad Thornhill (Marianna Poet).

Chi era Linda Poët?

Linda Poët è stata una giovane donna che nel 1883, dopo essersi laureata con il massimo dei voti in Giurisprudenza, richiede l’iscrizione all’albo degli Avvocati ma la sua richiesta viene rifiutata. All’epoca il lavoro da avvocato era riservato al genere maschile, ed inizialmente Linda dovette rinunciare al suo sogno di crearsi una carriera forense. Secondo la legge infatti, la donna avrebbe potuto trovarsi in condizioni che avrebbero inficiato il lavoro, il cui carico era ritenuto troppo oneroso per la figura femminile.

L’avvocheria è un ufficio esercibile soltanto da maschi e nel quale non devono punto immischiarsi le femmine” sentenziò la Corte di Appello di Torino. Questo però non ha fermato Linda. Il suo nome venne riconosciuto per essersi battuta nel tentativo di far cambiare la legge, infatti divenne un personaggio pubblico che collaborò, anche grazie alla presenza di Enrico, suo fratello avvocato, per difendere i minori, gli emarginati e a favore del suffragio femminile.

Si dovette però aspettare la fine della Prima Guerra Mondiale per vedere le prime donne all’interno degli uffici pubblici, in magistratura, in politica e nei ruoli militari e soltanto a 65 anni, Lidia divenne avvocato. La sua fu comunque una vittoria senza eguali che ha aperto alle donne la strada verso l’avvocatura.

silvia.r

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