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Perché i personaggi dei cartoni animati (da Topolino ai Simpson) hanno solo quattro dita?

Scopri il curioso motivo per cui molti personaggi animati (e non solo Topolino e i Simpson) hanno solo quattro dita invece di cinque.

Al pubblico – soprattutto ai più piccoli, che non conoscono già la grammatica dei prodotti culturali – non smette di sembrare curioso / strano che molti personaggi dei cartoni animati abbiano quattro dita invece delle cinque che ci si aspetterebbe.

Questa scelta estetica non è recente, ed ha oltre cento anni: affonda le sue radici nei primi anni del Novecento, quando gli Bray Studios (autori dei primi corti animati nella storia o giù di lì, nel periodo antecedente la prima guerra mondiale) iniziarono a produrre animazioni che adottavano questa soluzione grafica.

(Nota alla precedente affermazione, tratta da diverse fonti che hanno scritto del tema dei personaggi animati a quattro dita: vedendo diversi cortometraggi Bray Productions abbiamo trovato solo personaggi a cinque dita).

Ciò che è certo è che nel 1928, con l’arrivo di Mickey Mouse (Topolino) e della sua consorte Minnie, il “modello a quattro dita” trovò la consacrazione. Da allora è diventato un tratto distintivo di innumerevoli protagonisti animati, da Homer Simpson a SpongeBob, passando per i Looney Tunes e i personaggi de I Griffin (gli esempi potrebbero continuare, ma ci limitiamo a citare questi che probabilmente sono i più famosi).

Cartoni animati a quattro dita: da cosa nasce realmente questa scelta (solo apparentemente) bizzarra?

Non c’è nulla di prettamente artistico dietro la scelta di disegnare personaggi dotati di quattro dita. La ragione è in realtà molto pragmatica: disegnare quattro dita è più semplice e veloce che disegnarne cinque. In un’epoca in cui ogni frame veniva disegnato a mano, ridurre anche solo un dito significava risparmiare ore di lavoro e, quindi, anche costi di produzione. Inoltre, la mano a quattro dita manteneva un aspetto credibile ma al tempo stesso lontano dalla realtà, perfetto per personaggi antropomorfi come Topolino (e in seguito di fantasia – tanto da avere la pelle gialla – come I Simpson).

Quel capitalista di Walt Disney, ai suoi tempi, spiegava così la scelta: “Artisticamente, cinque dita sono troppe per un topo. La sua mano sembrerebbe un casco di banane. Finanziariamente, non avere un dito in più in ognuno dei 45.000 disegni che compongono un cortometraggio di sei minuti e mezzo ha fatto risparmiare allo Studio milioni”.

Sebbene la digitalizzazione abbia reso irrilevante il tempo necessario per disegnare un dito in più, la tradizione è rimasta intatta per molti personaggi, con alcune eccezioni significative.

Tra queste troviamo Rick e Morty, dove i protagonisti possiedono tutte e cinque le dita, così come accade in Avatar e in gran parte dei film con principesse Disney, dove il realismo è spesso prioritario.

Un discorso a parte riguarda l’animazione giapponese. In molti anime, infatti, viene mantenuta la mano a cinque dita per motivi culturali. In Giappone, la perdita di un dito – solitamente il mignolo – è associata alla yakuza, la criminalità organizzata. Rappresentare personaggi con quattro dita potrebbe dunque generare associazioni indesiderate con quel mondo.

Altre curiosità legate alle dita nei cartoni animati: ne I Simpson c’è un personaggio con cinque dita, un unico personaggio, ed è Dio – che di tanto in tanto fa capolino nelle storie della famiglia animata più longeva nella storia (di seguito un esempio tratto da uno dei videogiochi del franchise).

In un’altra serie Disney, Gravity Falls (che non ha avuto molta fortuna in Italia), i bambini hanno quattro dita, ma gli adulti ne mostrano cinque. In Biancaneve e i sette nani, infine, solo i nani presentano quattro dita, mentre la regina e la principessa ne hanno cinque.

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