Abbandonato (quasi) da tutti, col cuore spezzato per la separazione: se n’è andato così a 75 anni l’attore Alvaro Vitali.
Se n’è andato a 75 anni Alvaro Vitali, icona della commedia sexy all’italiana, tra i protagonisti di decine di film a partire dal 1969 (anno dell’esordio addirittura nel Satyricon di Fellini). Per lui il picco dell’attività negli anni ’70 e l’indissolubile legame col ruolo di Pierino, personaggio immaginario protagonista di infinite barzellette nella cultura popolare italiana (e con Vitali, da immaginario il personaggio diventò d’un tratto reale).
Ne abbiamo scritto offrendo cinque curiosità meno note (sebbene note a chi conosceva bene l’attore capitolino) ma in questa sede vogliamo parlare dei suoi ultimi giorni, narrati da una delle poche persone che gli sono stati vicini fino alla fine, il regista Claudio Di Napoli.
Avvicinato da Fanpage, ha offerto dettagli strazianti sulla morte del povero Alvaro, provato dal ricovero in Ospedale negli ultimi suoi giorni e dall’abbandono della moglie Stefania Corona (conosciuta nel 1998 e moglie dal 2006, fino alla decisione di separarsi proprio quest’anno):
“Voleva tornare a casa, non ne poteva più dell’ospedale. Ogni giorno mi ripeteva: “Domani mi inca*** e firmo”. E alla fine lo ha fatto davvero. Ieri, appena ho saputo che aveva lasciato l’ospedale, l’ho chiamato e mi sono arrabbiato. Ma lui non ce la faceva più. Era ricoverato da due settimane, voleva solo tornare a casa. È stato Manolo, un nostro amico che da qualche tempo gli faceva da assistente, ad andarlo a prendere. Lo ha portato a pranzo a Fiumicino, poi dal barbiere e infine a casa. Purtroppo, non è nemmeno riuscito ad arrivarci: dopo aver salito i primi tre gradini, si è sentito male e si è accasciato. L’ambulanza è arrivata subito, ma non c’è stato nulla da fare. È morto tra le braccia di Manolo”.
Voleva tornare a casa, ma non ci è riuscito nemmeno a morire.
L’uomo che ha fatto ridere l’Italia intera per decenni è morto in un modo davvero triste, ed era estremamente triste a sua volta:
“Era molto triste. La situazione sentimentale che stava vivendo lo aveva profondamente provato. Soffriva come un cane abbandonato sull’autostrada. Lo andavo a trovare tutte le sere in ospedale. Restavo con lui per un paio d’ore e lo vedevo piangere, stare male”.
Triste anche il dettaglio legato al fatto che nessuno dei suoi colleghi del cinema era andato a trovarlo nel suo periodo di ricovero ospedaliero:
“Nessuno degli amici del cinema è venuto in ospedale. Lo hanno fatto solo gli amici del teatro, Stefania (Corona, la ex moglie, ndr), io e Manolo. Nessuno dei grandi nomi con cui ha lavorato negli anni si è fatto vedere”.
Ultimo triste dettaglio: sembra che in qualche forma Vitali sentisse che stesse per andarsene.
Questo il racconto: “Lunedì sera mi ha fatto una richiesta che mi è sembrata strana. Mi ha detto: “Fratello mio, mi devi fare tre promesse”. La prima era far mettere una targa con il suo nome fuori dal palazzo in cui viveva, a Trastevere. La seconda: convincere il Comune di Roma a intitolargli una via. La terza riguardava il cinema: Alvaro non aveva mai calcato un red carpet e mi ha chiesto di fare in modo che gli venisse assegnato un premio alla carriera, anche postumo. Io gli avevo risposto scherzando che ci sarebbero voluti almeno altri 15 anni prima che dovessi occuparmene. Invece, è andata diversamente“.
Siamo speranzosi che le sue richieste verranno esaudite.
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