E’ scomparso all’età di 91 anni, Giorgio Armani, re del fashion e di un marchio che ha fatto l’eleganza e la sobrietà la storia della moda italiana. Quando si pensa a Giorgio Armani, la mente corre subito ai red carpet, ai power suit e al minimalismo che ha rivoluzionato la moda. Ma dietro le sfilate e i flash dei fotografi, il grande imprenditore nato a Piacenza nasconde un mondo fatto di piccole ossessioni, abitudini insolite e curiosità che pochi conoscono.
Prima di vestire il mondo, Armani voleva salvare vite. Era iscritto a Medicina all’Università di Milano, ma abbandonò gli studi per dedicarsi all’arte della moda. Da allora, il suo “toccare e rimodellare” tessuti è diventato quasi un gesto chirurgico: precisione, misura e armonia in ogni dettaglio.
Giorgio Armani aveva degli ispiratori nel suo lavoro. Infatti, il colore greige a metà tra il grigio e il beige che caratterizza tante sue collezioni. Di dice che inizialmente sia stato ispirato dal famoso pittore Morandi.
Era un grande amante degli animali, particolare i gatti. “Gatto, o meglio gatti, tanti adorabili gattini” rispose Re Giorgio ad una vecchia intervista.
Tra le sue residenze più insolite c’è una villa ad Antigua. Non un ostentato palazzo, ma un rifugio minimalista immerso nella natura. Qui Armani si ritirava per disegnare, meditare e trovare ispirazione lontano dalla frenesia di Milano e dalle luci di Hollywood.
Prima di diventare sinonimo di eleganza maschile e femminile, Armani era già ossessionato dal costume nel cinema. Dai completi morbidi di American Gigolo ai tubini scintillanti di Jessica Chastain, ogni abito raccontava una storia e costruisce un personaggio. Per Armani, vestire un attore era quasi un esperimento creativo invisibile.
Quando tutti correvano verso loghi giganteschi e colori sgargianti negli anni ’80, lui scelse il “greige una tonalità davvero minimalista. Una scelta apparentemente semplice, ma rivoluzionaria: dimostra che l’insolito non è solo eccentricità, ma una forma di potere silenzioso.
Giorgio Armani non ha vissuto per apparire. Viveva per creare, per controllare ogni dettaglio e per coltivare rituali che pochi conoscono. I suoi abiti, le sue case, le sue ossessioni insolite raccontano un uomo rigoroso, poetico e sorprendentemente umano, che trasformò la sobrietà in un’arte senza tempo.
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