Studio Ghibli, la ricetta della felicità: perché i film di Miyazaki fanno bene all’anima

Uno studio dell’Imperial College di Londra rivela il potere terapeutico dei film dello Studio Ghibli. Scopri come l’animazione di Miyazaki aumenta la felicità.

C’è una magia, nello Studio Ghibli, che va oltre l’animazione impeccabile e le storie indimenticabili. È una sensazione quasi tattile, un’atmosfera che ci avvolge e, secondo la scienza, ha il potere di guarire. Mentre Hayao Miyazaki, Isao Takahata e Toshio Suzuki costruivano il loro impero di sogni a partire dagli anni ’80, forse non immaginavano che un giorno la loro arte sarebbe stata presa in esame in un laboratorio di psicologia.

Eppure, è accaduto. Un recente studio condotto dall’Imperial College di Londra e pubblicato sul Journal of Medical Internet Research Serious Games ha messo nero su bianco ciò che noi spettatori avevamo sempre intuito: guardare i film dello Studio Ghibli rende più felici. Ma qual è il segreto della casa d’animazione nipponica?

La ricerca si è concentrata sull’impatto della nostalgia evocata da capolavori come Il mio vicino Totoro (1988) o Kiki – Consegne a domicilio (1989). Ma non si tratta di un semplice rifugiarsi nel passato. È una nostalgia “attiva”, un richiamo a uno stato d’animo puro, quasi primordiale. I mondi di Miyazaki sono spesso privi di antagonisti puramente malvagi; il conflitto nasce dallo scontro tra la purezza della natura e l’inarrestabile avanzare della modernità, come in Principessa Mononoke (1997). Questo ci costringe a riflettere, non a schierarci semplicemente.

L’esposizione a queste narrazioni ha dimostrato di sviluppare nello spettatore un senso di esplorazione e calma. Pensate alle lunghe sequenze in cui Chihiro osserva il tramonto dal treno sull’acqua ne La Città Incantata (2001), o a quando Satsuki e Mei scoprono per la prima volta la foresta di Totoro. Sono momenti di pura contemplazione, che il regista regala senza fretta, insegnandoci a rallentare il nostro ritmo interiore.

Studio Ghibli e l’Ikigai animato: il significato profondo delle piccole azioni quotidiane

Lo studio dell’Imperial College ha rilevato un aumento anche del senso di padronanza, abilità, scopo e significato. Qui, la connessione con il concetto giapponese di Ikigai – la ragione per cui ci alziamo la mattina – diventa palpabile. I protagonisti Ghibli non sono eroi nati: sono ragazzine che devono imparare un mestiere come Kiki, spiritelli del carbone dediti a compiti umili come i Susuwatari de La Città Incantata, o giovani che perfezionano il loro talento, come l’ingegnere aeronautico Jiro ne Si Alza il Vento.

La loro felicità non risiede in un trionfo epico, ma nel portare a termine un compito con dedizione. Questo trasmette uno straordinario senso di autoefficacia: le piccole azioni quotidiane hanno un peso, un significato profondo. È un messaggio potentissimo, soprattutto in un’epoca di grandi ambizioni e altrettanto grandi ansie.

L’impatto di Miyazaki e dello Studio Ghibli, premiato con 4 Oscar, va quindi ben oltre il riconoscimento accademico. È un patrimonio emotivo. Anche film non diretti da Miyazaki, come il drammatico Una tomba per le lucciole di Takahata o l’onirico La tartaruga rossa di Michael Dudok de Wit, condividono questa profondità di sguardo che interroga l’animo umano.

Questi film non sono semplice intrattenimento, puro divertissement. Sono esercizi di mindfulness animata. Ci insegnano a trovare il meraviglioso nell’ordinario, a cercare la calma nel caos e a trovare il nostro personale “Ikigai” nelle piccole cose. Quella di Miyazaki e soci non è stata solo la creazione di uno studio di animazione, ma la definizione di una vera e propria ecologia dello spirito, il cui beneficio è ora, ufficialmente, certificato dalla scienza.


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