Il mondo della musica piange oggi la scomparsa di D’Angelo, all’anagrafe Michael Eugene Archer, morto all’età di 51 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro al pancreas. D’Angelo, icona del neo-soul e dell’R&B, ha lasciato un’eredità indelebile, fatta di groove, sensualità e profondità emotiva. Le sue collaborazioni, rare ma sempre significative, raccontano chi fosse davvero: un artista generoso, capace di fondersi con gli altri senza mai perdere la propria identità.
Ecco cinque collaborazioni che svelano il vero D’Angelo.
Due voci, un’anima sola. D’Angelo firmò con Eykah Badu, una delle interpretazioni più intense del soul moderno. La loro versione del classico di Marvin Gaye e Tammi Terrell non è solo un omaggio, ma una conversazione tra due artisti che si comprendono nel profondo. Qui il soul diventa intimità, spiritualità e una dichiarazione d’amore universale.
Forse il momento più delicato della carriera di entrambi. Dentro The Miseducation of Lauryn Hill, questa canzone è una sospensione nel tempo: due voci che si rincorrono, sussurrando che “niente conta davvero” tranne l’amore. D’Angelo non cerca di brillare — si dissolve, accompagna, sostiene. È il perfetto esempio del suo approccio umile e devoto alla musica.
Raphael Saadiq e D’Angelo, due colonne del neo-soul, si ritrovano in una traccia che sembra registrata direttamente negli anni ’70. Il basso vibra, la chitarra segue il ritmo, e la voce di D’Angelo riporta l’ascoltatore al cuore del funk più puro. “Be Here” è un invito a vivere il momento, a sentire la musica con il corpo e con l’anima.
Molto prima che Voodoo conquistasse classifiche mondiali, D’Angelo era già un alleato dei Soulquarians, collettivo creativo che includeva anche Questlove, Common e J Dilla. L’artista dà vita a un brano ipnotico, spirituale, costruito su groove essenziali e armonie sospese. È la prova che il suo genio nasceva dal collettivo, non dall’ego.
Quando due divinità del soul si incontrano, la magia è inevitabile. Sul palco, D’Angelo e Prince si scambiano sorrisi e assoli, fondendo rispetto e libertà. È il passaggio di testimone tra due generazioni di artisti che hanno fatto della sensualità un linguaggio spirituale.
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