Quando si parla di Roma nelle fiction italiane, l’immaginario corre subito ai soliti panorami: il Colosseo che sbuca da una finestra, Trastevere con i panni stesi, piazza Navona illuminata al tramonto. Un Professore, invece, sceglie un’altra strada. La serie con Alessandro Gassmann evita la Roma da cartolina per restituire allo spettatore una città vissuta, quotidiana, imperfetta e per questo sorprendentemente autentica. È una Roma che non fa finta di essere altro: è quella delle scuole di quartiere, degli spazi pubblici trasformati in luoghi narrativi e delle strade dove giovani e adulti si incontrano davvero.
Uno dei fulcri visivi della serie è il liceo in cui insegna Dante. Non è un istituto patinato o scenicamente “televisivo”: è una struttura reale, riconoscibile per chi vive la città. Corridoi luminosi ma non perfetti, muri che raccontano anni di studenti, cortili che potrebbero essere quelli di qualsiasi liceo italiano. Questa scelta radica la storia in un ambiente credibile e fa in modo che lo spettatore percepisca le vicende come qualcosa di possibile, a due passi da casa sua.
Anche la Roma dei quartieri è protagonista. Non c’è l ostentazione del centro storico, ma la delicatezza dei luoghi che fanno parte della vita quotidiana: piazzette dove si consumano i conflitti degli studenti, bar di zona che diventano punti di ritrovo, vie di periferia attraversate in bicicletta da Dante durante i suoi spostamenti. La macchina da presa sembra voler restituire una Roma vissuta dal basso, dove la città non impone la propria monumentalità, ma accompagna i personaggi nel loro percorso emotivo. Ogni strada diventa così una metafora: è un tragitto, un passaggio, un movimento interiore.
Molto interessante è anche l’uso delle location domestiche. Le case dei personaggi non sono ambienti scenografici eccessivi, ma riflettono la complessità delle loro vite: appartamenti vissuti, quartieri popolari, spazi familiari che rivelano più di molti dialoghi. In questo senso Roma non è solo sfondo, ma linguaggio: i suoi interni ed esterni parlano una lingua intima, fatta di verità e contraddizioni.
La Roma di Un Professore non vuole stupire con la sua grandiosità, bensì con la propria normalità. E proprio in questo sta il suo fascino: nel mostrare una capitale che vive lontana dagli stereotipi, che respira attraverso i suoi quartieri e che diventa specchio delle fragilità e delle speranze dei protagonisti. È una Roma meno da fotografare e più da ascoltare, e la serie riesce a raccontarla con una sensibilità rara.
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