Due voci, due stili e un’ironia che non passa inosservata: chi sono davvero Fabio De Vivo e Il Musazzi, i “bonazzi” di Radio 101?
A volte il modo migliore per raccontare la radio è partire dalle persone. Perché dietro una voce che ci accompagna mentre guidiamo o lavoriamo c’è sempre un mondo più grande, fatto di strade percorse, scelte di pancia e una certa dose di incoscienza. E i “bonazzi” di Radio 101 – così viene chiamato il duo che accompagna gli ascoltatori di R101 su base quotidiana – non si sottraggono a questa regola.
Fabio De Vivo e Il Musazzi condividono il microfono, ma arrivano da traiettorie lontanissime tra loro. Uno parte da Napoli con una valigia piena di entusiasmo, l’altro nasce a Milano e costruisce la propria voce sulla dissacrazione, sulla voglia di smontare la patina perfetta dei social. Eppure, insieme funzionano in un modo quasi naturale, come due estremi che si riconoscono per contrasto.
Fabio De Vivo: il ragazzo che non sapeva stare zitto davanti a un microfono
Per Fabio, la radio non è un mestiere: è un riflesso condizionato. Racconta che al suo primo colloquio ha parlato per un’ora senza prendere fiato, e il direttore – invece di cacciarlo – gli ha detto che sì, davanti a un microfono non sarebbe mai rimasto in silenzio. Da lì è partito tutto, dal sud che lascia sempre un richiamo nel cuore, fino alla città che l’ha adottato e gli ha permesso di trasformare un sogno in lavoro.
Ha un modo di raccontarsi diretto, quasi fisico. Ama viaggiare, arrampicarsi, macinare chilometri e sensazioni. Odia le mezze misure e dorme poco, perché l’idea di perdere qualcosa lo irrita già a prescindere (la FOMO però non fra un gran bene – questo ci sentiamo di dirlo / dirglielo / ricordarcelo). È uno di quelli che alla macchina preferisce la moto, allo stare fermi un buon motivo per muoversi. E forse proprio per questo il suo pubblico lo percepisce immediatamente: è un conduttore che porta in onda la sua vita, non un personaggio costruito.
Sui social – dove si attesta intorno al mezzo milione di follower – si muove con la stessa naturalezza della radio. Alterna lifestyle, storytelling, piccoli momenti quotidiani che diventano pretesti per condividere un mood. E parla sempre con quell’entusiasmo leggero, mai forzato, che lo rende riconoscibile.
Il Musazzi: il dissacratore che ha trasformato il web in una lente d’ingrandimento
L’altra metà di questo duo arriva da un mondo decisamente diverso. Il Musazzi è nato a Milano nel 1988, ha studiato ragioneria, poi ha mollato tutto e si è fatto un anno in Australia. Forse è lì che ha capito che gli schemi troppo rigidi non fanno per lui, o forse lo aveva già intuito molto prima.
Nel tempo è diventato una presenza particolare sui social: un osservatore caustico, pronto a mettere in ridicolo le figuracce degli influencer. Niente buonismo, nessun filtro: solo ironia, sarcasmo e quella voglia di “dire le cose come stanno” che gli ha regalato un milione di follower. A lui, il politicamente corretto interessa poco. Ama il cinema, Baglioni, Morricone, e quando è giù ascolta canti gregoriani – ed è difficile non immaginarselo, con quella vena tragicomica che è ormai la sua firma.
“Odio tutto e quasi tutti” è il suo mantra, il suo modo per sganciarsi dalle aspettative, per ricordare che si può essere popolari senza essere accomodanti.
Da segnalare inoltre che Il Musazzi ha un suo podcast legato al mondo degli influencer, discretamente popolare su YouTube – ma questa è un’altra storia e magari ci torneremo in un altro momento (o su un altro sito).
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