Ci sono voci che non si vedono, ma restano impresse nella memoria – magari non associandole ad un volto o a un nome. È chiaramente il caso di Tina Centi: il suo nome, per anni (e probabilmente tutt’ora: quanti di voi hanno detto – ah, certo Tina Centi…), è rimasto defilato rispetto all’impatto reale del suo lavoro, eppure la sua voce ha accompagnato l’infanzia – e non solo – di intere generazioni di spettatori italiani.
Nata a Macerata, Tina Centi si trasferisce a Roma nel 1935. È ancora bambina, ma quel passaggio geografico è anche un passaggio simbolico: Roma è la città in cui, nel dopoguerra, si concentrano radio, cinema e le prime grandi strutture del doppiaggio italiano. La sua carriera inizia ufficialmente nel 1952, a soli diciannove anni, all’interno di un programma radiofonico della Rai, come cantante.
Nel 1953 arriva l’esordio che segna l’ingresso nel mondo del doppiaggio cinematografico (il mondo per cui diventerà una delle prime grandi doppiatrici italiane, capace di restituire emozioni, intenzioni e sfumature): presta la voce a Wendy in Le avventure di Peter Pan. È uno dei primi grandi classici Disney a essere adattati in italiano con un’attenzione quasi artigianale alla resa vocale.
Negli anni successivi il suo lavoro si moltiplica, soprattutto nell’ambito musicale e dell’animazione, ma è il 1965 l’anno che cristallizza il suo nome nella storia, anche se spesso senza che il pubblico lo sappia (quando si ha a che fare con i doppiatori, non è cosa rara).
Quando Julie Andrews cantò in italiano: il 1965 e i musical che cambiarono tutto
Nel 1965 arrivano nelle sale italiane due musical destinati a diventare eterni: Mary Poppins e Tutti insieme appassionatamente (titolo originale The Sound of Music). In entrambi i casi, la protagonista è Julie Andrews. E in entrambi i casi, la voce cantata italiana è quella di Tina Centi.
Un doppio impegno tutt’altro che scontato. I musical richiedono un lavoro di adattamento complesso: non basta tradurre i testi, bisogna farli “stare” sulla musica, rispettare ritmo, intenzione, carattere del personaggio. In Mary Poppins, Tina Centi interpreta brani diventati iconici per il pubblico italiano: “Con un poco di zucchero”, “Com’è bello passeggiar con Mary”, “State svegli”, “Sempre, sempre, sempre”, fino a pezzi tecnicamente più complessi come “Supercalifragilistichespiralidoso” e “Cam caminì”, questi ultimi eseguiti insieme a Oreste Lionello.
In Tutti insieme appassionatamente il registro cambia, ma la difficoltà resta altissima. Canzoni come “Do-Re-Mi”, “Le cose che piacciono a me”, “Il pastore che pascolava” ed “Edelweiss” – quest’ultima cantata con Giuseppe Rinaldi – richiedono una delicatezza diversa, più emotiva, meno giocosa. Centi riesce a mantenere coerenza con l’interpretazione originale senza mai appiattirla.
Il risultato è talmente riuscito che Julie Andrews le scrive una lettera personale, complimentandosi per il doppiaggio e augurandole buona fortuna. Un riconoscimento raro, soprattutto in un’epoca in cui il lavoro dei doppiatori restava quasi sempre invisibile.
Tutti insieme appassionatamente viene candidato a dieci premi Oscar e ne vince cinque, tra cui miglior film, miglior regia e miglior colonna sonora. La soundtrack domina le classifiche mondiali: prima posizione nella Billboard 200, settanta settimane nella UK Albums Chart, venti in Norvegia. In Italia, quelle canzoni entrano nelle case con una voce precisa, indimenticabile e indimenticata: quella di Tina Centi.
Nel 1972 si trasferisce a Milano e sceglie di ritirarsi dalla vita professionale, dedicandosi alla famiglia e alle due figlie nate tra il 1960 e il 1963. È un ritiro silenzioso, senza operazioni nostalgia o ritorni di facciata. Resta però l’eredità di una carriera che ha contribuito a definire lo standard del doppiaggio musicale italiano.
Clicca qui per seguire NonSolo.TV su Instagram
Clicca qui per seguire NonSolo.TV su Google News