Floyd Roger Myers Jr, dal piccolo schermo con il Principe di Bel Air all’impegno sociale

Floyd Roger Mayers Jr. resterà per molti “Il giovane Will Smith” di Willy, il Principe di Bel-Air, la sitcom che ha fatto ridere e sognare una generazione. Dietro quel sorriso disinvolto da attore bambino, Floyd Roger Myers Jr. nascondeva un percorso umano fatto di rinascita, fragilità e dedizione agli altri. L’attore è scomparso a 42 anni per un infarto nella sua casa nel Maryland. La madre, Renee Trice, ha raccontato di aver parlato con lui la sera precedente, aggiungendo che Floyd aveva già superato tre infarti negli ultimi anni.

Il talento precoce che conquistò Hollywood

Negli anni Novanta, Myers era uno dei volti più promettenti del piccolo schermo. Dopo l’esperienza nella sitcom di Will Smith, interpretò il giovane Marlon Jackson nella miniserie The Jacksons: An American Dream, un ruolo che lo consacrò come talento capace di portare in scena sensibilità e autenticità. Nonostante il successo, il giovane attore scelse di allontanarsi gradualmente dai riflettori. La sua ultima apparizione risale al 2000, nella serie Young Americans, dopodiché il silenzio: nessuno scandalo, nessuna discesa pubblica, ma solo decisione di cambiare vita.

Dal set alla solidarietà

Floyd trovò una nuova vocazione lontano dai riflettori di Hollywood: quella di sostenere gli altri. Fondò Fellaship Men’s Group, un’organizzazione dedicata alla salute mentale maschile. Un tema di cui si parla ancora troppo poco, ma che per Myers era una missione personale. Il gruppo, nato per offrire ascolto e supporto a uomini in difficoltà, divenne la sua nuova “scena”. Non più battute e copioni, ma conversazioni reali, testimonianze, e la volontà di spezzare il silenzio intorno al disagio psicologico.

Dopo la sua morte, l’organizzazione lo ha ricordato con un messaggio toccante su Instagram:
“Rip al nostro caro fratello, uno dei nostri fondatori. Sei andato via, ma non sarai mai dimenticato. La missione continuerà in tuo onore.”

L’eredità di un sorriso sincero

Floyd Roger Myers Jr. non è stato solo un volto della TV degli anni Novanta. È stato un esempio di come si possa riscrivere la propria storia, trasformando le fragilità in forza e la notorietà in servizio. Da attore bambino a uomo impegnato, mstrò che dietro la leggerezza della sitcom può nascondersi un’anima profonda — e che, a volte, la parte più importante della vita si recita lontano dai riflettori.

La sua eredità non è fatta di premi o contratti televisivi, ma di gesti piccoli e silenziosi: una parola di conforto, una riunione organizzata per chi si sentiva perso, una mano tesa. In un’epoca in cui tutto sembra misurarsi in visibilità, Myers ha scelto la discrezione come forma di forza.


Clicca qui per seguire NonSolo.TV su Instagram
Clicca qui per seguire NonSolo.TV su Google News