Protagonista di “Belve”, programma condotto da Francesca Fagnani su Nove, Alfonso Signorini è tornato a parlare della sua discussa amicizia con Silvio Berlusconi (a proposito, anche Lory Del Santo ha raccontato un particolare inedito sul Cavaliere, potete leggerlo qui). Il direttore del settimanale “Chi” si è detto stanco di essere additato come lecchino dell’ex Presidente del Consiglio:
“Mi ferisce molto che dicano: ‘Signorini il leccacu*o di Berlusconi, Signorini la velina di Berlusconi e bla bla bla’. Io riconosco che con Berlusconi non sono obiettivo. Ma lo dico io per primo perché gli voglio troppo bene, gli sono affezionato. Però uno dice: ‘Perché gli vuoi bene? Perché è il tuo editore e ti conviene volergli bene’. No, io gli voglio bene perché lui me l’ha dimostrato il suo bene”.
Berlusconi, del resto, gli è stato accanto in un momento molto difficile della sua vita, ossia quando è scomparsa sua madre:
“Questo non l’ho mai raccontato, però ci tengo a farlo sapere e non ero in grado di raccontarlo prima di oggi. Quando mia mamma è morta, luiapeva benissimo che per me era il centro dell’universo, era davvero la mia vita. In quel momento ho buttato fuori di casa tutti, non ho più voluto vedere nessuno, dal mio compagno di allora Paolo, agli amici, come Marina Berlusconi. Niente, volevo starmene da solo per i caz*i miei. Era appena morta, poi alle 23.30 mi stendo sul divano, sento il citofono, non volevo aprire a nessuno, ma erano due carabinieri. Ho pensato: ‘Cosa è successo?’. Volevano avvisarmi che stava arrivando il presidente, perché allora Silvio Berlusconi era presidente del Consiglio”.
E ancora:
“Allora devo dire la verità, a fatica, gli ho aperto la porta di casa. Ecco, in quel momento, lui che cosa ha fatto? Io non ho più visto in lui né Berlusconi né altro. Mi ha preso la mano, perché stavo parecchio male, anche perché ero nel pieno della mia malattia, mi ha tenuto per mano nel letto, facendomi addormentare alle 2 del mattino. Io alle 6 ho aperto gli occhi, lui non c’era già più e mi ha lasciato un biglietto che ancora conservo: ‘Quando ti svegli chiamami’. Ecco, io per una persona così, glielo giuro, se mi chiede di buttarmi giù dal balcone, io mi butto giù dal balcone”.
Maria Rita Gagliardi
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