Nostalgia ’90, l’erotismo dei cabinati con le modelle spogliate con il joystick (e col brivido dell’horror)

8 Aprile 2020 Off Di erredivi
Nostalgia ’90, l’erotismo dei cabinati con le modelle spogliate con il joystick (e col brivido dell’horror)

Nostalgia ’90 è una rubrica che curavo con un amico, che poi ha smesso. Il mio problema (ed è un problema in assoluto) è quello di tendere a non smettere. Sono un po’ come Amy Winehouse. Ho curato la rubrica per NewNotizie.it – ho deciso renderla itinerante (in attesa del lancio di un apposito sito dedicato alle nostalgie – happychannel.it)

Negli anni ’90, l’erotismo era ben altra cosa.

A quei tempi non c’era il porno sul web e il materiale più spinto era costituito dalle pubblicità dei telefoni erotici dopo la mezzanotte (scriveremo anche di questo, più in là).

Per stimolare l’eccitamento di giovani e meno giovani, quindi, bastava poco.

C’erano i video musicali – anche se erano pochi i canali dedicati al fenomeno e YouTube non c’era (in realtà YouTube, in assoluto, giunse dopo anche rispetto all’approdo del web).

C’è stata Boys Boys Boys con una iconica Sabrina Salerno saltellante in piscina e facendo un salto più in là di oltre un decennio ci sarà una bomba sexy in miniatura come Kylie Minogue.

In mezzo – e in questo caso sì siamo in pieni anni ’90 – ci sono le Spice Girls.

Questo era l’erotismo di stampo internazionale.

Poi in casa nostra c’erano le commedie sexy all’Italiana e, passando dal video alla foto, c’erano i giornali erotici (che si potevano trovare magari dal barbiere) e c’era l’erotismo facile da reperire di Postalmarket, fonte di ispirazione per l’acquisto per corrispondenza delle casalinghe prima dell’avvento di Amazon e fonte di altro di ispirazione per la parte maschile della famiglia.

In quegli anni in cui l’eccitazione era alla portata di tutti, anche le attività sociali erano differenti, così come i luoghi di aggregazione.

Le sale giochi andavano alla grande (a quei tempi, non tutti avevano una console o un computer) e nella mia città c’era un bowling con una sala giochi annessa.

Svariati i cabinati presenti e tra tutti, ne ricordo uno particolarmente gettonato.

Era difficile trovarlo vuoto.

Era quello di un videogioco – un puzzle game – in cui bisognava muovere sullo schermo una sorta di insetto che avrebbe dovuto ritagliare parti di un’immagine.

L’immagine in questione era quella di una modella in posizione anche abbastanza osè.

Importante era non farsi colpire, ché sennò si sarebbe perso o, se non ricordo male, ci si sarebbe trovati dinnanzi ad una immagine horror (sempre da ritagliare, ma chiaramente non c’era lo stesso gusto).

Ricordo questa ambivalenza, dell’erotico e dell’horror.

Il brivido dell’erotico proibito, e il brivido dell’horror che spaventa (specie un ragazzino di una decina d’anni).

Ricordo che preferivo guardare gli altri, ché sono sempre stato scarso coi videogame. E che nello specifico mi dovevo mettere in punta di piedi, ché non ero abbastanza alto per vedere lo schermo (e spesso si creavano veri e propri capannelli di persone – giovani bestie per cui il videogioco era il massimo dell’erotismo, laddove le coetanee tendevano a non darla).

Il bowling esiste ancora.

Chissà se ci sarà ancora quel cabinato.