Flexitariani e l’elisir di lunga vita, scopriamo chi sono

25 Aprile 2020 Off Di Flavia Nicolosi
Flexitariani e l’elisir di lunga vita, scopriamo chi sono

Cambiamento climatico, biodiversità e salute umana hanno tutte una connessione: il cibo!

Negli ultimi anni, dopo la riscoperta del culto di una vita sana, a parte i più famosi vegetariani e vegani, è emersa la categoria dei flexitariani.

Con il termine «flexitariano», secondo la definizione della Treccani, si definisce una persona che segue un modello di alimentazione di tipo vegetariano, senza rinunciare ad alimentarsi sporadicamente di proteine animali. Il termine deriva dall’inglese «flexitarian», un gioco di parole tra «flexible» e «vegetarian».

I cosiddetti vegetariani “flessibili” sono in aumento in Italia come all’estero, e i dati diffusi nel report Istat sui consumi delle famiglie sembrano confermare la diffusione di questa tendenza.

L’ascesa dei Flexitariani ha spinto ristoranti, generi alimentari, aziende alimentari e lattiero-casearie pionieristiche a ripensare su come rafforzare la fedeltà dei consumatori.

Offrire una varietà di cibi etici e sostenibili, sani e senza latticini lega i consumatori a marchi che soddisfano le loro voglie alimentari. Di tanto in tanto si mescolano l’assunzione di proteine animali pur avendo una forte propensione per l’alimentazione vegetariana. Essere vegetariani part-time è probabilmente a un passo dal diventare vegetariani o vegani. Diventano di fondamentale importanza le alternative a base vegetale dei cibi. La dieta flexitariana è adottata da numerose celerità che dichiarano di aver rivoluzionato in questo modo il loro stile alimentare, tra cui Emma Thompson, Cameron Diaz e Gwyneth Paltrow, per citarne solo alcune.

Studi hanno dimostrato che chi segue un’alimentazione vegetariana vive in media 3,6 anni in più e pesa il 15% in meno rispetto a chi mangia carne. Tuttavia, per approfittare dei benefici dell’alimentazione vegetariana non occorre rinunciare completamente alle proteine animali, ma è sufficiente ridurne i quantitativi e prestare invece la massima attenzione alla qualità di quello che si mangia, privilegiando il più possibile i prodotti bio e a chilometro zero.