Morte di George Floyd: i post delle star, tra cordoglio e strumentalizzazione

29 Maggio 2020 Off Di Flavia Nicolosi
Morte di George Floyd: i post delle star, tra cordoglio e strumentalizzazione

Lo scorso 25 maggio, la morte di George Floyd per mano della polizia di Minneapolis ha sconvolto tutti gli Stati Uniti d’America.

Il 46enne afroamericano è morto dopo essere stato bloccato a terra da un poliziotto con il suo ginocchio sul collo perché trovato in possesso di un documento falso durante un controllo.

La sproporzionata reazione del poliziotto porta alla luce quella che ancora è una piaga in America: il razzismo combinato all’abuso di potere da parte della polizia.

Non sono mancate le reazioni di indignazione anche da parte di personaggi famosi, che tramite i social media hanno espresso la loro vicinanza a Floyd.

Da Naomi Campbell a Madonna, dall’italiano Stefano Accorsi a Lebron James: tante celebrità stanno rilanciando e denunciando la storia dai propri profili social.

Il regista Spike Lee, sempre in prima fila per i diritti dei neri, che ha condiviso un disegno di Floyd dell’artista Presh Laundry: “Non riusciva a respirare”, rievocando le ultime parole dell’uomo che poco prima di morire ha sussurrato “I can’t breathe”.

Ma alcuni di questi post sono stati criticati per la strumentalizzazione che portano con sé.

Il frontman dei 1975 Matty Healy ha disattivato il suo account Twitter dopo aver scritto “Se pensate davvero tutte le vite siano importanti dovete smettere di facilitare la fine di quelle nere”, accompagnando queste parole con la canzone dei 1975 Love It If We Made It, che inizia con i versi:  “We’re fucking in a car, shooting heroin / Saying controversial things just for the hell of it / Selling melanin and then suffocate the black men / Start with misdemeanors and we’ll make a business out of them”.

Healy è stato accusato di voler usare la morte di George Floyd per promuovere la sua musica. Ha quindi cancellato il tweet e scritto: “Scusate, non ho linkato la mia canzone per attirare l’attenzione su di me, è solo che la canzone parla letteralmente di questa situazione disgustosa e ne parla in modo più eloquente di quanto posso fare io su Twitter”. Poi ha proprio cancellato il suo account.