La Cina ha intenzione di fare guerra all’ormai famosissima band Bts, amatissima dai fan del K-pop.
Le posizioni della band in merito alla Guerra di Corea non sono affatto piaciute a Pechino, che medita ritorsioni “pubblicitarie”.
Tutta colpa delle dichiarazioni di Kim Nam-joon, nome d’arte RM (Rap Monster), frontman della band sudcoreana. Durante una premiazione a New York, il cantante ha deciso di commemorare i 70 anni della Guerra di Corea soffermandosi sulla “storia di sofferenza comune” vissuta dalla Corea del Sud e dagli Stati Uniti nel conflitto durato tre anni, dal 1950 al 1953, che comportò la perdita di molte vite umane e una profonda devastazione del territorio.
Per la Cina, che partecipò a quella guerra schierandosi con i nordcoreani, i Bts si sono di fatto schierati a favore degli americani, non esattamente “amici” di Pechino, specialmente in questo periodo storico con la guerra commerciale in corso tra i due giganti.
“I BTS non debbono più guadagnare soldi cinesi, visto che non rispettano i sentimenti del popolo cinese”, è uno dei commenti che si legge in rete, specialmente sul popolare social cinese Weibo.
I quotidiani cinesi sono altrettanto scatenati contro i Bts, che rischiano di avere anche ripercussioni dal punto di vista commerciale. Basti pensare che alcuni colossi come Samsung e Hyundai hanno cancellato i loro spot pubblicitari con protagonista la band K-pop per non incrinare i rapporti con la Cina.
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