Leoncillo una fiamma che brucia ancora | Cosa sappiamo del documentario di Rai 5

Il documentario artistico che Rai 5 ha deciso di proporre nel tardo pomeriggio di mercoledì 1 febbraio 2023 è Leoncillo una fiamma che brucia ancora. Dal contenuto molto particolare ed avvincente, ecco di cosa tratta.

Leoncillo una fiamma che brucia ancora, dedicato ad un artista

L’artista Leoncillo Leonardi ha avuto il riconoscimento che merita solo nel 2018. Proprio in virtù di quanto gli è stato dedicato questo documentario da Simona Fasulo. La regista ha deciso di mettere in evidenza la sua personalità complessa, quella di un uomo che dedica una vita intera all’arte, alla scultura, alla creta, alla ceramica.

Leonardi ha sempre combattuto per rimanere indipendente dal contesto storico in cui si sviluppa la sua opera. Non fa altro che usare del materiale povero, che realizzare opere in cui sono racchiuse le sue idee.

Le sculture politiche

Non dimentichiamo che Leoncillo Leonardi realizza anche opere in cui vi è un tacito richiamo alla politica, alla polemica circa i vespai del momento. Nonostante il grande Cesare Brandi lo avesse proclamato come grande scultore d’italiano, al pari di Manzù e Martini, non ebbe il riconoscimento che meritava.

Nel documentario scopriremo tutti i retroscena di un uomo morto ad appena 53 anni, la cui impronta artistica ha davvero lasciato il segno anche se per molti, forse troppi, anni è rimasto dimenticato.

Complice della sua riscoperta all’interno del programma la nipote Anna Leonardi, la quale ha nel tempo custodito inedito materiale personale di Leoncillo, come lettere, oggetti e dettagli importanti della sua vita. Tutto in ricordo di uno zio unico.

Chi interviene nel documentario

A raccontarci di lui nel documentario Leoncillo una fiamma che brucia ancora  troviamo il gallerista Massimo Di Carlo, lo storico d’arte Enrico Mascelloni, il critico d’arte Marco Tonelli, insieme al collega Renato Barilli. Conclude Stefania Petrillo, storica dell’arte Univ. Perugia. Il tutto con la collaborazione di Alessio Aversa il quale di persona ha calcato le strade della Centrale Montemartini a Roma, insieme a Sergio Gaddi critico d’arte.


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