Piergiacomo Petrioli è uno storico dell’arte della cucina e cucina nell’arte. Infatti, ha raccontato attraverso l’arte pittorica in particolare quella della “natura morta”, i cibi dell’Emilia Romagna dall’età antica a quella moderna. Tra questi, anche i famosi tortelloni e tortellini e anche la zucca, che si utilizzava e si usa un po’ dappertutto (soprattutto nei primi piatti) per dare sapore. Domenica 28 gennaio 2024 in occasione dello Slow Food presso il Museo del Risorgimento a Bologna, noi di NonSolo.TV abbiamo intervistato Piergiacomo per raccontare l’arte e la sua passione per i cibo, i suoi sapori e anche colori.
K: Ci racconti un po’ come è cambiato nella storia il cibo in Emilia Romagna attraverso l’arte?
P: Direi che quello che c’è da vedere come la tavola e i prodotti anche in Emilia Romagna cambiano nel corso dei secoli, osservando i dipinti di nature morte, un genere di pittura che nasce alla fine del ‘500 . Possiamo vede che all’inizio ci sono alcuni prodotti e poi ne vengono introdotti di nuovi dall’America, come il mais, il pomodoro e il peperoncino e dalla Cina, come le melanzane. Poi direi anche vedere come certi prodotti rimangono costanti nel corso dei secoli, e infatti, Slow Food facendo i presidi alimentari, cerca di scoprire e preservare la frutta e verdura e prodotti che sono storici della regione Emilia Romagna.
K: Anche la dieta è piuttosto cambiata, come ad esempio, c’è un grande ritorno al biologico. Cosa ne pensa?
P: Si, comunque fino al ‘500 i prodotti erano tutti biologici. Si ritorna al bio perché è più salutare e si riprende a mangiare prodotti stagionali. Poi soprattutto si ritorna a non ricercare alimenti fuori stagione, perché vengono non dal territorio e non dal chilometro 0 e quindi vengono coltivati in modo che non è per nulla naturale. Quindi, direi che si ritorna un po’ all’antica: prodotti di stagione e a chilometro 0.
K: Qual è secondo lei il collegamento tra il cibo e l’arte?
P: L’arte un po’ ci insegna e ci fa vedere quei prodotti che abbiamo dimenticato e che possiamo riscoprire come il melone Rospa, che viene coltivato in area ferrarese. Questo tipo di melone compare in molte nature morte fino dal ‘600 ed è stato recuperato e riproposto da Slow Food.
Il 7 maggio 2025 si accende la 70ª edizione dei David di Donatello in diretta…
Il futuro della Chiesa non si decide solo sotto gli affreschi della Cappella Sistina. A…
Ogni volta che la Sede Apostolica si rende vacante, la Chiesa cattolica si riunisce per…
Condanna per diffamazione a Fabri Fibra: ecco l’estratto del brano “A me di te” che…
Monica Setta si scaglia contro l'imitazione di Giulia Vecchio: "Ho ricevuto minacce orribili sui social"…
Scopri il finale di Thunderbolts: chi sopravvive, chi muore e come si trasforma il team…