I Simpson, svelato il mistero del vicolo dietro la Taverna di Boe (ci sono voluti 36 anni)

Dopo 36 anni, I Simpson mostrano il vicolo dietro la Taverna di Boe: a ben pensarci è molto più di un semplice dettaglio.

Da ormai oltre tre decadi, per molti di noi Springfield è una sorta di seconda casa. Conosciamo ogni angolo del Jet Market, il divano del salotto dei Simpson (protagonista di molteplici sigle) e persino la cuccia di Piccolo Aiutante di Babbo Natale. Eppure, fino a pochi giorni fa, un luogo rimaneva avvolto nel mito: il vicolo dietro la Taverna di Boe.

Un posto di cui si parlava spesso, pur non essendo mai apparso nel cartone – un po’ come la moglie di Colombo, per chi conosce l’universo del famoso detective.

Ma se la moglie di Colombo è destinata a non avere un volto, adesso il vicolo dietro la Taverna di Boe entra di fatto nel nostro immaginario di simpsoniani accaniti. E la sua rivelazione nell’episodio della stagione 37, “Keep Chalm and Gary On”, è molto più di una semplice curiosità: è una dichiarazione d’intenti, un geniale atto di world-building che solo una serie con 36 anni di storia alle spalle poteva permettersi.

Il vicolo dietro la Taverna di Boe come la pistola di Checov

Nel corso dell’episodio in questione è la disgrazia del sovrintendente Chalmers – licenziato per uno scandalo di plagio accademico – a costringere Homer e la combriccola a rifugiarsi all’aperto. Il vicolo, però, non è il luogo squallido e desolato che ci si aspetterebbe.

È qui che la sceneggiatura gioca la sua carta migliore. Boe, con la sua proverbiale “classe”, non si scompone. Trasforma un banale contenitore della spazzatura in una barra da bar improvvisata, mantenendo intatta la sacralità del rito della birra tra amici. Questa immagine, potentemente comica, ci dice tutto quello che dobbiamo sapere sui personaggi (e che in realtà sappiamo, conoscendoli da tre decenni e mezzo): la loro routine è più forte di qualsiasi avversità, persino di un vicolo maleodorante.

Ma perché questa rivelazione ha un peso specifico così importante? Perché non è un luogo nuovo di zecca, ma un elemento presente nell’immaginario dei fan da tempo che si rivela, un po’ come la pistola di Checov nell’accezione moderna del concetto. Questi elementi “aperti” – come analizzato da esperti di narrativa seriale come TV Tropes – creano una mitologia condivisa con il pubblico e l’attesa, anche per qualcosa di apparentemente futile, genera un capitale narrativo che, quando finalmente incassato, premia i fan più fedeli.

La geografia impossibile di Springfield (elogio del caos)

La vera genialità di questa mossa, tuttavia, va al di là di questa analisi. Il vicolo dietro la Taverna di Boe diventa la metafora perfetta della geografia impossibile di Springfield.

Andiamo a vedere perché: ne “Il braccio violento della legge a Springfield” (episodio della stagione 6), il bar di Boe si trovava a pochi passi da casa Simpson, su Evergreen Terrace. In innumerevoli altri episodi, invece, è chiaramente nel cuore del centro città, raggiungibile solo in macchina. Questo non è un errore, è un canone: Springfield è un palcoscenico, e i suoi luoghi si spostano a servizio della gag o della storia del momento.

E se Springfield è ignoto dove si trovi negli States (potrebbe essere da qualunque parte) così qualunque luogo all’interno di Springfield potrebbe trovarsi da qualsiasi altra parte, un po’ come il famoso gatto di Schrödinger vivo morto X.

E se di tanto in tanto si parla dell’ipotesi della fine dei Simpson, scelte degli autori come questa della rivelazione del vicolo dietro la Taverna di Boe sembrano andare in senso decisamente opposto, scavando nel passato per trovare nuova linfa.

E così gli autori non si limitano a introdurre nuovi personaggi o a inseguire trend legati all’attualità (pur facendolo da sempre e facendolo nello stesso episodio – con una critica all’IA) ma arricchiscono il tessuto stesso del loro universo.

Mostrare il vicolo è un atto di rispetto verso la propria storia e verso il pubblico che quella storia l’ha vissuta. È un piccolo regalo per chi, per anni, si è chiesto cosa ci fosse davvero “dietro” quelle mura e dimostra che Springfield, nonostante tutto, ha ancora segreti da svelare.

E in un mondo mediatico laddove le novità sono sempre poche e vediamo solo copie di copie di copie che si rifanno al passato la capacità di sorprendere ancora, per di più dopo 37 stagioni, è il vero capolavoro dei Simopson.


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