La rapina perfetta: la storia vera e le dicerie che hanno ispirato il film

5 Novembre 2020 Off Di Luca Luppino
La rapina perfetta: la storia vera e le dicerie che hanno ispirato il film

Stasera alle 21:20, Spike manderà in onda La rapina perfetta.

Il film racconta di una rapina in banca avvenuta nel 1971 a Londra, perpetrata da una banda di rapinatori ma segretamente organizzata dall’MI5.

Lo scopo della rapina, all’insaputa dei più, è recuperare delle foto compromettenti per un membro della famiglia reale.

Trama

Terry, un venditore di automobili in difficoltà, viene contattato da una vecchia fiamma, Martine. Lei lo invita a partecipare ad un colpo in banca e Terry accetta per amore della sua famiglia.

Il piano è semplice: scavare un tunnel sotto al caveau della banca ed impossessarsi del contenuto delle cassette di sicurezza.

Quello che Terry ed il resto dei complici non sanno è che il vero obiettivo è una cassetta in particolare: essa appartiene ad un rivoluzionario e contiene delle immagini incriminanti di un membro della famiglia reale.

Il colpo è un successo, nonostante la polizia intercetti le comunicazioni della banda tramite walkie-talkie.

Sarà durante la spartizione del bottino che Martine e Terry si renderanno conto di essersi infilati in un grosso guaio. Nelle cassette di sicurezza sono contenuti documenti sensibili di altre persone molto importanti, tra cui il libro delle mazzette del re del porno locale, Lew Vogel.

Il pericolo non è finito, è appena iniziato.

La rapina di Baker Street

Il film si ispira ad una rapina avvenuta nel 1970 alla Lloyds Bank di Baker Street, ideata dal fotografo Anthony Gavin e messa da lui in atto con una serie di complici.

Il piano portato a termine dalla gang consistette nell’affittare un negozio, due vetrine più in là rispetto alla banca, per poi scavare un tunnel che collegasse i due locali.

Gavin fu ispirato da un racconto di Arthur Conan Doyle in cui Sherlock Holmes attendeva all’interno di caveau per sventare una rapina simile.

I preparativi furono lunghi ed impiegarono diverse persone: tra i membri della banda figuravano un esperto di allarmi, un esperto di esplosivi, una vedetta che affittasse una cassetta di sicurezza alla banca, persino un membro della compagnia di sicurezza locale.

Durante il colpo furono impiegati dei walkie talkie.  Robert Rowland, un appassionato di radio, intercettò dalla sua abitazione alcune conversazioni. Ne effettuò una registrazione e le mandò alla polizia.

La frase pronunciata da un uomo che faceva il palo è diventata celebre: “Il denaro può essere il tuo Dio, ma non è il mio, e me ne vado!“.

La polizia controllò 750 banche in un raggio di 13 chilometri quella notte, ma fallì nell’individuare la Lloyd Bank.

Il colpo andò a buon fine e si stima che fruttò tra l‘£1.2 milioni e i £3 milioni di sterline. In seguito tutti i membri della banda (ad eccezione di 2 che rimangono ancora oggi ignoti) furono arrestati ma soltanto una piccola parte della refurtiva fu ritrovata.

Le dicerie che hanno ispirato il film

Sebbene nessuna di queste sia mai stata provata, le seguenti teorie sono state avanzate nelle settimane seguenti riguardo al colpo in banca:

  • Si dice che il governo nei giorni seguenti istituì una D-Notice, ovvero un ordine alle testate giornalistiche di non trattare della rapina, per ragioni di sicurezza nazionale
  • Pare che la refurtiva contenesse delle foto imbarazzanti della Principessa Margaret e dell’attore e criminale John Bindon
  • É speculato anche che alcune foto contenessero prove di abuso di minorenni da parte di un ministro del gabinetto conservativo
  • 6 anni dopo la rapina James Humphreys, un criminale e pornografo di successo di Soho, accusò la polizia di aver rubato £1 milione di sterline come “fetta” per sé stessi.

La rapina è rimasta parte dell’immaginario collettivo ed ha ispirato, oltre al film, un documentario del 2011 intitolato La rapina di Baker Street.