Transatlantic: qual è la vera storia della nuova miniserie Netflix su Varian Fry?

Transatlantic è una nuova serie Netflix di Anna Winger tratta dal romanzo di Julie Orringer e basata su una storia vera. Cosa sappiamo a riguardo?

Transatlantic uscirà il 7 aprile su Netflix e in sette episodi racconterà la vera storia di Varian Fry, fondatore della Emergence Rescue Committee, un’associazione che durante la seconda guerra mondiale aiutò i profughi, principalmente ebrei, a fuggire dal regime nazista.

Transatlantic – la storia vera

Siamo nel 1940 a Marsiglia. Varian Fry e il suo gruppo di volontari nascosero i rifugiati a Villa Air-Bel finché non fu possibile farle uscire clandestinamente. Più di 2.200 persone vennero portate oltre il confine. Tra i collaboratori di Fry ritroviamo alcune personalità di spicco come l’americana Miriam Davenport, ex studentessa d’arte alla Sorbona, e l’ereditiera Mary Jayne Gold, amante delle arti e della “bella vita”, giunta a Parigi all’inizio degli anni Trenta. Fu proprio la Gold a finanziare l’attività permettendo di salvare personaggi influenti dell’Europa dell’epoca tra cui scrittori, pittori e scultori. Le attività proseguirono sino al 41 quando anche Fry fu costretto a lasciare la Francia poiché i suoi atti segreti vennero scoperti.  L’anno successivo  l’Emergency Rescue Committee e il ramo americano dell’International Relief Association, con sede in Europa, unirono le forze e nacque l’International Rescue Committee (IRC) che opera tuttora come organizzazione non governativa di soccorso e salvataggio.

Per quanto riguarda la serie tv, nel cast ritroviamo Gillian Jacobs (Gold) Cory Michael Smith (nel ruolo di Fry) Lucas Englander, Gregory Montel, Ralph Amoussou, Deleila Piasko, Amit Rahav e Corey Stoll. Secondo la Winger si tratta di una “storia di persone comuni che fanno cose straordinarie che hanno avuto un enorme impatto sul futuro degli Stati Uniti” e a rendere ancora più interessante ed emotivo il lavoro svolto è stato proprio il girarla mentre era scoppiata la guerra in Ucraina, che  “ha conferito al nostro progetto un rinnovato senso di urgenza e uno scopo a tutti noi”.


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