Arisa riuscirà a ricucire con la comunità LGBT? | Le pillole de La Velenosa

Nei giorni scorsi ha fatto molto parlare l’intervista fatta da Arisa a la Confessione, da Peter Gomez. La cantante è sempre stata molto vicina alla comunità LGBT, ma le sue ultime dichiarazione hanno creato una grande crepa. Alla domanda del conduttore se le piacesse la Meloni, ha risposto:

“Sì. Questa cosa mi verrà contro. Perché una volta ho fatto un discorso per Le Iene dove iniziavo questo discorso dicendo che Giorgia Meloni mi piaceva e tutti i miei amici mi hanno sconsigliato di fare questo discorso perché tutti quanti mi avrebbero additato secondo i miei amici come fascista”.

Gomez le ha fatto notare che magari le avevano consigliato di non dirlo visto le opinioni della premier verso la comunita LGBT di certo non concilianti e aperte:

“Non sono aperte, però lei secondo me si comporta come una mamma molto severa. Molto severa e molto spaventata. E poi una mamma che non è solo madre di un figlio, ma ne ha tre, ne ha quattro. Allora bisogna che lei faccia delle cose che vadano bene per tutti e quattro i figli e a volte sembra a uno dei quattro che agisca in maniera poco … ah (si interrompe, ndr). Però secondo me ci vuole tempo e anche da parte nostra un cambio di atteggiamento non sempre in lotta ma in dialogo“.

Ovviamente queste dichiarazioni hanno alzato un polverone e poco dopo Arisa è intervenuta per dire che le era stato consigliato di non presentarsi ai pride di Milano e Roma:

“Oggi al mio manager è stato consigliato da parte degli organizzatori di non presentarmi al Pride di Milano a causa dell’ipotesi che alcuni membri della comunità possano in qualche modo mettermi in imbarazzo.
Io sarei venuta volentieri, però se ho fatto qualcosa di così tanto grave da meritare un trattamento così esclusivo, credo che non parteciperò anche al Pride di Roma”

Infine l’altro giorno l’artista tramite il suo profilo Instagram ha voluto mettere un punto sulla questione, cercando di spiegare bene cosa intendesse dire:

“Ora sono arrivata a leggere che sono il nemico numero 1 della comunità. Non vi sembra un po’ troppo? Non vi sembra che qualcuno stia preparando la panna per un dolce amaro? Io non mi sento il nemico numero 1 della comunità, non potrei mai esserlo.
Ho fatto solo un’intervista sfortunata, non mi aspettavo quelle domande. Mettiamo i puntini sulle i, su chi siamo, chi non possiamo smettere di essere.
Io sono arrivata a Milano come Arisa nel 2010, sono stata accolta da persone che ancora adesso fanno parte della mia vita, che sono il mio specchio, la mia coscienza. Queste persone sono fondamentali per me perché hanno colmato le lacune affettive che avevo accumulato negli anni. Per questo motivo , per loro, ho iniziato a interessarmi alla comunità LGBT+ e non ho smesso. Lo faccio per i miei migliori amici che con il tempo sono diventati sempre di più, ho partecipato agli eventi, e mi sono accorta di quanto le loro richieste fossero dettate da un vero sentimento di amore. Io ho iniziato a diventare la madrina in certe occasioni, in alcune manifestazioni, a cercare canzoni che potessero rappresentare i loro ideali attraverso di me, che sono un canale popolare. riuscire ad entrare anche nelle menti più scettiche per far capire che l’amore non ha condizioni.
A me piace la Meloni perché è stata una donna in grado di raggiungere obiettivi mai raggiunti da nessuno prima. Vengo da una famiglia patriarcale, dove le donne devono stare zitte e devono cucinare e quando gli uomini sono di cattivo umore è possibile anche che le prendano, come mio nonno picchiava mia nonna, e mia mamma a volte le prendeva o comunque doveva stare lì a guardare. Molti di voi hanno letto solo il titolo dei giornali che parlavano di questa cosa senza leggere l’intervista. Alla domanda ‘sei a favore dei matrimoni gay?’ io ho detto sì, alla domanda ‘sei favorevole alle adozioni intese come adozioni contratte da persone dello stesso sesso?’ io ho detto sì.
L’unica cosa sulla quale mi sono espressa in modo negativo è la maternità surrogata. Vorrei spiegarvi il motivo. Io da donna non posso essere d’accordo con la maternità surrogata perché questa pratica rischia di mette a repentaglio la dignità dell’essere umano femminile che può essere utilizzata per fini commerciali, come oggi sono usate le bestie. In alcune parti del mondo è già cosi, ci sono donne disperate che si concedono alla malavita per queste pratiche. I rapporti che regolano questa compravendita sono contratti nei quali si stabilisce che il bambino sarà consegnato solo se nasce nano. Quelli che non nascono sani che fine fanno? Voglio ribadire che sono a favore delle adozioni, per coloro che fanno parte della comunità, sia per famiglie arcobaleno, che famiglie single. Ho 40 anni e vorrei essere madre, non posso esserlo naturalmente per problemi di salute. Voglio vivere nell’amore e condividere anche i sacrifici che ho fatto, le battaglie vinte, sviluppando il potenziale di un ragazzo che altrimenti non avrebbe le stesse possibilità, quindi chiedo al governo di facilitare le pratiche di adozione.
Vi siete risentiti sul termine macchietta e normalità. Vorrei dire che la maggior parte dei media imbranati per far sentire la presenza della comunità LGBTQ+ all’interno di certi contesti enfatizzano clichè che non rispettano la vera assenza della comunità che è fatta di persone che hanno lavori, esistenze normali, talenti al pari di tutte le persone al mondo. Il mio è stato un discorso per chi non vi conosce, ho voluto sottolineare la sensibilità, il fatto che per ognuno di voi c’è stato un percorso non facile.
il confine tra ciò che è comunità e cosa non è. Siamo tutti uguali, le proprie scelte personali su chi amare sono fatti nostri. Siamo tutti uguali, il futuro ha bisogno d’amore, ve l’ha detto il nemico numero 1 della comunità LGBTQ+.
Io vi voglio bene, tanto, siete la mia vita. Non ci facciamo depotenziare, mettiamoci una pietra sopra e rimaniamo sulla stessa strada che non significa andare sempre d’accordo ma avere la consapevolezza che c’è un sentimento. Non si è sempre d’accordo su tutto altrimenti sarebbe un modo ideale e noioso. Abbiamo costruito cose insieme e ci ameremo. Siamo in democrazia, uno spera nel cambiamento, nel dialogo. Io sono fiduciosa, il mio sogno più grande è che la Meloni sia al pride per ascoltarvi, per capire le vostre ragioni, senza filtri, e concederci i diritti fondamentali e capire che è solo amore quello che vogliamo, essere felici. Anche per lei sarebbe più facile amministrare uno Stato di persone felici. Ci sono tanti problemi da risolvere, più grandi”.

Io quello che posso dire è che con quello che ha detto Arisa sono d’accordo solo sul fatto che in TV i gay siano sempre rappresentati come delle macchiette. Ognuno è libero di essere ciò che vuole, ma ci sono anche gay ingegneri, commessi, avvocato, notai ecc... Non per forza quando in TV si presenta una persona gay bisogna ritrovarsi davanti una persona eccessiva e esagerata. Badate bene io faccio parte della comunità LGBT quindi non fatevi strane idee anche su di me. Penso solo che bisognerebbe mostrare tutto della nostra comunità e non solo l’eccesso.

Per oggi è tutto, baci velenosi a tutti


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