Il signore delle formiche, qual è la storia vera? Cosa c’entra Emma Bonino?

17 Maggio 2024 Off Di Alessia D'Anna
Il signore delle formiche, qual è la storia vera? Cosa c’entra Emma Bonino?

Il film “Il Signore delle Formiche”, diretto da Gianni Amelio, è basato sulla vera storia di Aldo Braibanti, intellettuale omosessuale che fu processato negli anni ’60 per plagio nei confronti di uno dei suoi studenti maggiori. Nel cast troviamo attori come Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco e l’esordiente Leonardo Maltese.

La trama del film Il Signore delle Formiche

Aldo Braibanti, uomo poliedrico e mirmecologo (studioso delle formiche), finì sotto processo per aver plagiato un suo studente. La famiglia dello studente, per volontà del quale il ragazzo venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a elettroshock, lo accusò di averlo sottomesso completamente alla sua volontà.

Il film ritrae gli anni ’50 e ’60, un’epoca in cui l’omosessualità era ancora considerata un tabù e soggetta a discriminazioni. Il regime fascista aveva stigmatizzato questa sessualità, e anche se sembrava ormai lontano, le persone omosessuali, soprattutto se intellettuali, erano ancora soggette a persecuzioni.

In “Il Signore delle Formiche”, Gianni Amelio include un riferimento significativo a Emma Bonino, attivista e politica italiana. Sebbene Bonino non fosse coinvolta direttamente nel caso Braibanti durante gli anni ‘60, la sua presenza nel film serve a sottolineare l’importanza del ruolo del Partito Radicale nella lotta contro il reato di plagio.

Il Ruolo di Emma Bonino nel Film

Durante le scene di protesta nel film, appare il volto di Emma Bonino. Questa scelta non è casuale: Amelio utilizza la figura di Bonino per rappresentare il coraggio e la determinazione che il Partito Radicale ha dimostrato nella difesa dei diritti civili in Italia. Sebbene Bonino non fosse una figura di spicco del partito negli anni ‘60, il suo volto è simbolico del movimento che, anni dopo, avrebbe contribuito all’abrogazione del reato di plagio.

Aldo Braibanti fu condannato nel 1968 a nove anni di carcere per plagio, ridotti poi a quattro in appello. Nel 1981, l’articolo di legge relativo al plagio fu abrogato, e nel 1987, Braibanti ricevette il vitalizio della legge Bacchelli. Morì nel 2014, dopo aver condotto una vita segnata da ristrettezze economiche.


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